Il termometro

Quando un bambino non sta bene, i primi segnali che ci avvertono di un suo malessere fisico, che altrimenti non sarebbe in grado di esprimere a parole, sono sostanzialmente l’interruzione o comunque la svogliatezza nell’espletamento delle attività quotidiane. Mi spiego meglio: quando un bambino smette di giocare, smette di mangiare, dorme male o poco, forse è il caso di interrogarsi sul suo stato di salute e, come prima cosa, misurare la temperatura corporea.

Il modo migliore per farlo….


Il linguaggio fiabesco

Con i bambini bisognerebbe parlare in modo FAVOLESCO/FIABESCO.

La fiaba è la storia di un bambino che sconfigge i nemici, e lui è il protagonista. Le fiabe si possono anche inventare, non occorre che siano chissà quali storie. Se ci abituiamo a parlare coi bambini in modo giocoso e poi quando è ora di imparare delle regole importanti mettiamo un attimo da parte il linguaggio favolistico, allora il bambino esegue perchè gli avremo fatto capire che su questo determinato argomento non si scherza.


Il pensiero bambino

Il modo di pensare infantile dura fino ai 12 anni circa (pensiero primario), poi piano piano si modifica e si arricchisce diventando pensiero adulto (pensiero secondario).

Il bambino possiede il PENSIERO MAGICO, il pensiero senza continuità. Per esempio, vi siete mai domandati perchè un bambino piange quando la mamma si allontana? Perchè per lui la persona che va via E’ SPARITA. Quando la figura più importante della propria esistenza si allontana, il bambino è disperato perchè pensa che non tornerà più. Quando poi invece la vede comparire, per lui ogni volta è un vero e proprio schock.


Gli schemi di comportamento

Un bambino che cresce, diventa una persona e acquista i così detti “schemi di comportamento”, cioè acquisisce l’abitudine di reagire sempre alla stessa maniera di fronte a determinati eventi, come per esempio fare la pupù nel pannolone anche se non avrebbe più l’età per farlo. Negli schemi di comportamento il bambino prova piacere, per esempio quello che si butta per terra e urla o quello che continua a chiedere “voglio questo, voglio quello”, oppure ancora il bambino che tira calci quando viene sgridato.


Tra tata e bambino

Chi sta con il bambino COSTRUISCE UN BAMBINO, una bella responsabilità non vi pare? Oltre a mamma e papà, anche tutte le altre figure che ruotano attorno al bambino concorrono in questo, e in modo particolare la tata laddove una famiglia abbia deciso di avvalersi di un aiuto esterno.

Ciò che fa crescere un bambino è il tipo di rapporto che si costruisce con tutte le figure importanti nella sua vita, compresa la baby sitter. Quello che è importante sottolineare…


Ogni cosa a suo tempo

Ogni ritardo comporta un RITARDO – Ogni sviluppo comporta uno SVILUPPO.

Da zero a tre anni il bambino è TUTTO CORPO, ed è in questo lasso di tempo che è il momento di introdurre gli insegnamenti della fase dello sviluppo, come la pulizia, l’alimentazione, il vestimento, insomma tutto ciò che porta un essere umano verso un principio di autonomia. Al bambino però piace giocare, (fase anale) per questo tutto ciò che deve imparare (lavarsi, vestirsi, mangiare da solo, lavare i denti ecc…) deve essergli proposto sotto forma di gioco.

I genitori devono essere molto pazienti…


L’integrazione corporea

Abbiamo detto che il bambino da zero a tre anni sviluppa il suo corpo e a 3 anni sa di essere maschio o femmina, ed è completo nel suo sviluppo cororeo.

In questa fase si verifica anche uno sviluppo di INTEGRAZIONE MENTALE, cioè il bambino comincia ad avere la percezione del proprio corpo, quindi integra il suo sguardo, sa che può vedere, sa che può masticare, ha la percezione del suo apparato digestivo boccale/orale, poi a circa un’anno e mezzo integra nella mente la conoscenza del suo apparato urinario.

Il bambino impiega circa 1 anno ad integrare la sua consapevolezza


I capricci

I bambini non fanno capricci, MAI; quelli che noi definiamo capricci sono richieste dei bambini che noi adulti tante volte non siamo in grado di gestire. Se chi ha a che fare con un bambino, genitore o baby sitter che sia, è fermo e capace di spiegare il perchè dei si e dei no, con decisione e fermezza, il bambino probabilmente non farà capricci.
Diverso è se un bambino (parliamo di bambini piccoli non ancora in grado di esprimere il disagio attraverso la parola) manifesta un disagio che noi spesse volte confondiamo con capricci: